Antonio Iovine si pente, tremano i politici campani
O’ ninno come comunemente veniva chiamato negli ambienti malavitosi il boss del clan di camorra dei Casalesi, Antonio Iovine, ha deciso di collaborare con la Procura della Repubblica di Napoli. Iovine condannato all’ergastolo, e detenuto nel carcere di Nuoro in regime di 41 bis da 4 anni, da qualche giorno ha cominciato a ricostruire ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli il complesso delle attività e dei rapporti di uno dei più potenti clan di camorra, dalla gestione delle attività criminali, alle guerre fra clan ai rapporti con gli esponenti politici.
L’intento dei magistrati partenopei è quello di scoperchiare la cupola dei cosiddetti colletti bianchi per arrivare alle connivenze imprenditoriali-politiche che hanno consentito ai clan di distruggere il territorio campano. Iovine, che ha 50 anni, è considerato uno dei quattro capi della galassia di clan che vanno sotto il nome dei Casalesi, insieme a Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone (conosciuto come Sandokan) e Michele Zagaria. Una decisione, quella del pentimento di Iovine, che potrebbe rappresentare una svolta epocale, un vero e proprio spartiacque nella lotta alla camorra e che fa tremare, come scrive Roberto Saviano su Repubblica, “grossa parte dell’imprenditoria, della politica, e interi comparti delle istituzioni”.
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