Benitez non s’è mai vergognato, noi si!
Il Napoli esce fuori dalla Europa League perdendo a Kiev contro il Dnipro 1-0, con gli ucraini che andranno a Varsavia per affrontare il Siviglia in finale (eliminata anche la Fiorentina). E’ la fine di un sogno. Fa male registrare due reti al passivo entrambe irregolari: la prima per fuorigioco di due attaccanti nella partita d’andata disputata al San Paolo di Napoli; la seconda siglata da Seleznyov di testa, tirandosi addosso Britos. Ma come speravamo di essere rispettati dagli arbitri di questa delicata sfida se il Presidente Aurelio De Laurentiis, dopo aver accusato violentemente gli organizzatori UEFA (soprattutto Michel Platini), ha lasciato orfana la squadra azzurra non seguendola a Kiev, restandosene comodamente seduto in poltrona a casa sua come il più pigro e disinteressato dei tifosi? Evidentemente non credeva alla possibilità di superare l’ostacolo ucraino dopo la deludente sfida d’andata … evidentemente non aveva più fiducia nel tecnico Benitez e nelle sue “cocciute” e noiose scelte tattiche. Il sottoscritto non ha mai inveito contro il presidente, l’ho sempre ringraziato per questo lungo (e sicuramente positivo) percorso che ci ha portati dal baratro della serie C1 alla zona Champions League, conquistando anche 3 trofei, 1 Supercoppa Italiana (contro la Juventus) e 2 Coppe Italia (contro la Juventus e la Fiorentina). Ma stavolta non posso esimermi dal ritenere primo colpevole della disfatta azzurra proprio il Presidente De Laurentiis. Lui e Benitez hanno vissuto da nemici in casa praticamente dall’inizio dell’anno, dopo l’eliminazione dai preliminari di Champions League contro l’Atletico Bilbao. Con l’arrivo di Gabbiadini nel mercato di gennaio era ormai lampante la consapevolezza del cambio allenatore: una squadra che ha il problema del portiere, di un grande difensore centrale, di un centrocampista con spiccate capacità da regista, acquista invece un attaccante pur avendo in organico Higuain, Mertens, Callejon, Hamsik, Insigne e Zapata che vanno in rete con assidua frequenza? Anche mia madre di 92 anni poteva facilmente comprendere che il nuovo allenatore del Napoli era già tra noi, Sinisa Mihajlovic, che si assicurava il bomber di fiducia per la stagione successiva. Da quel momento abbiamo assistito a reciproche cadute di stile. Sarebbe stato meglio per tutti “incontrarsi e dirsi addio”! Benitez è stato capace di trascinarsi gli errori tattici commessi nel doppio confronto contro l’Atletico Bilbao per l’intera stagione. Per più di mezzo campionato ha tenuto in porta un inadeguato Rafael nel tentativo di non svalutarlo, l’ha letteralmente “ammazzato” come calciatore! Non ha mai saputo schierare una difesa con marcatura ad uomo, pur accorgendosi che con la sua amata marcatura a zona i difensori azzurri venivano puntualmente infilzati su tutti i tiri da fermo, punizioni e calci d’angolo. Quasi sempre ingabbiato dagli avversari (grandi o piccole) a centrocampo, dove ha proposto due soli attori contro quattro o cinque elementi opposti, senza comprendere che era necessario far scendere in campo due mediani di rottura (Gargano e David Lopez) rinunciando al regista, soprattutto quando tutti ci siamo resi conto che Inler (o Jorginho) non era il playmaker adatto. La cocciutaggine tattica di Benitez ha raggiunto e superato i limiti della decenza quando ha distrutto il vero leader azzurro, capitan Marek Hamsik, spontandolo in attacco, o smistandolo sulla fascia, o addirittura lasciandolo in panchina per tenere in campo, a dispetto dei Santi, il regista lento ed impacciato Inler o Jorginho. Anche contro il Dnipro abbiamo assistito ad uno straordinario triangolo di centrocampisti formato da Kankava, Rotan e Fedorchuk che ha ingabbiato il duo azzurro David Lopez ed Inler. Con questo schema, l’unico mediano di rottura schierato canta e porta la croce, perdendo la lucidità in meno di mezz’ora di gioco e non riuscendo ad effettuare un preciso passaggio ai compagni neppure a 5 metri di distanza. Proprio questo è accaduto a David Lopez. L’unico che poteva trascinare l’attacco azzurro in veloci e micidiali contropiedi con le sue verticalizzazioni era Hamsik, ma Benitez ha avuto l’infelice idea di farlo partire dalla panchina! Su di un campo fradicio di pioggia, pesantissimo, ha schierato i leggerissimi Insigne e Gabbiadini e, nella parte finale della gara, quando il Napoli inseguiva il gol del pareggio, invece di mettere in campo un roccioso Zapata (utilissimo nelle mischie in area per i tanti cross regalati ai difensori avversari), ha optato per Henrique. Cosa sperasse da questo umile e modesto centrocampista ancora adesso non l’ho capito. A partita rovinata e conclusa il profeta della panchina partenopea negli spogliatoi ha rivolto una sfuriata alla squadra, accusandoli di aver mancato 5 nitide palle-gol. Non è mai colpa sua, mai che l’avessimo qualche volta sentito ammettere: “Ho sbagliato formazione, i ragazzi non c’entrano!”. Ormai non è più stimato dai giocatori perchè ne ha deprezzati tanti, cambiandoli di posizione, volendoli per forza adeguare al suo unico, noioso e perdente schema tattico. L’anno scorso grandi giocatori del calibro di Pandev e Behrami lo mandarono a quel paese e non so chi ha dato lumi quest’anno ai cognati Hamsik e Gargano per non fare altrimenti. Il supervalutato allenatore azzurro non s’è mai vergognato di niente, neppure nelle seguenti situazioni: 1) Eliminazione preliminari Champions league (“Non è poi così grave”); 2) Sconfitte subite da Chievo, Udinese, Palermo, Torino, Verona, Atalanta, Cagliari ed Empoli (“Dobbiamo proseguire il processo di crescita”); 3) Presenza in sala stampa o ai microfoni televisivi restando muto a tutte le domande ricevute (“Non ho nulla da dire”), tanto che uno spazientito Ciccio Graziani gli replicò: “Mister, ma se non vuole rispondere alle nostre domande, non avrebbe fatto più bella figura restandosene chiuso negli spogliatoi?”; 4) Nel dopo partita Parma-Napoli davanti a tutti afferma stizzito “sto calcio italiano di merda!”, lo stesso in cui lui ci sguazza e ci mangia, senza avere la dignità di dimettersi dopo un’affermazione così grave. Ecco, lui non si vergogna mai di niente, noi invece si. Ci vergognamo di tutto ciò di cui lui non si vergogna! Avrei preferito affrontare le ultime tre sfide di campionato con l’allenatore della primavera, per il gusto di assistere ad uno schema tattico diverso. Col Cesena ci sarà Pecchia, Benitez è squalificato. Sarà un piacere godersi una partita senza la sua arrogante e presuntuosa figura ai bordi del campo.
IL TABELLINO DI DNIPRO – NAPOLI 1 – 0
Dnipro Dnipropetrovsk: Boyko, Fedetskiy, Douglas, Cheberyachko, Matos, Luchvevych (68′ Matheus), Kankava, Fedorchuk, Konoplyanka (86′ Gama), Rotan, Seleznyov (76′ Kalinic). All. Miron Markevich
Napoli: Andujar, Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam, Inler, David Lopez (79′ Henrique), Callejon, Gabbiadini (55′ Hamsik), Insigne (60′ Mertens), Higuain. A disp. Rafael, Koulibaly, Gargano, Jorginho. All. Rafa Benitez
Arbitro: Mazic (Serbia)
Marcatori: 58′ Seleznyov
Note: ammoniti Gabbiadini, Matos, Kankava, Ghoulam, Matheus, Callejon, Boyko.
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