Parigi : Ventunesima Conferenza sul clima
Da Parigi : Ing. Pasquale Caputo
Parigi ha ospitato in questo dicembre la ventunesima Conferenza sul Clima in occasione della diciannovesima Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico di Varsavia (COP19).
In effetti Parigi dopo i tragici eventi degli attentati si è ritrovata anche a dover fronteggiare flange di black bloc che hanno manifestato contro i Capi di stato presenti in gran numero al COP21, che ha rappresentato una delle più importanti conferenze internazionali organizzate sul clima non solo francese ma mondiale. Certo suona strano che una delle fonti rinnovabili utilizzate ampiamente in Francia sia il nucleare ed ancor di più in un paese che conta sul suo territorio ben 19 centrali elettronucleari attive, 12 reattori dismessi ed una in costruzione, destinate alla produzione di energia elettrica e per le quali sono in funzione 58 reattori nucleari di tipo PWR. Poi esiste una industrializzazione militare poco nota. Lo scenario attuale vede da un lato accordi bilaterali per l’abbattimento degli inquinanti in atmosfera, per contro l’estensione del numero delle centrali nucleari con l’ausilio di nuove tecnologie per il raffreddamento e per la diminuzione dei prodotti di scarto quale ad esempio l’uranio impoverito che solo in Francia conta 220000 ton. Chiaramente la Francia come d’altra parte gran parte delle nazioni europee hanno realizzato sui propri territori impianti di compostaggio nelle più svariate forme progettuali e gestionali, fotovoltaici, eolici, geotermici, ma quello che colpisce di più è la consapevolezza che, come dichiarato da Laurent Fabius, presidente della Cop21, riguardo la conferenza – “Un accordo giusto, duraturo, bilanciato”,. “Se lo rigetterete”, ha proseguito Fabius, “i nostri figli in tutto il mondo non ci capiranno né ci perdoneranno”. Staremo a vedere in quest’ambito l’Italia cosa ha recepito e cosa attuerà in attesa del 22 aprile 2016 , data in cui a New York gli stati dovranno adottare l’accordo di Parigi. Intanto in Francia l’architettura e l’ingegneria già sono proiettate al 2020.
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