Col Palermo il Napoli si guadagna anche la Vitamina C
E’ un Napoli divertente, è un Napoli che si fa attendere con piacevole ansia, è un Napoli che dispensa gioia. Ed allora anche noi tifosi siamo spontaneamente portati a giocare, con la fantasia e con le parole. Ed il sottoscritto, vostro modesto giornalista azzurro, non si sottrae a questo gioco. Il Napoli si sta guadagnando, settimana per settimana, un menu da favola. Ha iniziato con l’abbacchio laziale (o meglio l’aquilotto allo spiedo), poi s’è regalato una squisita cotoletta alla milanese ed una bisteccona fiorentina, per dolce un gianduiotto torinese (sponda juventina) e un pandoro veronese. Indubbiamente mancava la frutta. Col Palermo gli azzurri si sono meritati anche questa: una splendida scorpacciata d’arance, una ricarica di vitamina C … come campioni… e con la C maiuscola. Il Napoli mai è sembrato in difficoltà nell’arco dei 90 minuti complessivi, il Palermo s’è visto solo in Vazquez, ma Iachini non poteva sperare di far male ad un Napoli così straripante soltanto con i colpi geniali del giocatore più talentuoso che ha in formazione. Reina non è stato mai seriamente impegnato, tanto che alla fine lo si ricorda soltanto per la paternale consolazione mostrata in campo nei confronti di Mertens, che subentrato al 65° ad insigne, ha reagito con polemica e stizzita esultanza al suo gol (malumore dovuto alla scelta di Sarri di lasciarlo in panchina anche nella partita infrasettimanale). Il Napoli ha segnato soltanto due gol, uno per tempo, ma il risultato finale poteva essere addirittura travolgente al ricordo dei tanti gol mancati per un soffio e dei tre pali colpiti (da Insigne, Higuain e Mertens). Il risultato l’ha sbloccato ancora una volta il campionissimo, El Pipita Higuain al 39°: riceve palla da Hamsik (sempre lui!) e dai 25 metri scaglia un bolide che s’insacca sull’angolino basso alla destra di Sorrentino. La fotocopia dell’azione che contro il Chievo ha visto Gonzalo colpire il palo a Verona domenica scorsa. Il raddoppio è arrivato soltanto all’80° grazie ai due nuovi subentrati: Allan e Mertens. Il centrocampista ruba palla a centrocampo, si porta verso la trequarti di campo e serve Mertens. Il trottolino belga entra in area sulla sinistra, si allarga verso destra e tira con il suo solito interno destro a giro (specialità del duo Mertens-Insigne), infilando stavolta l’angolo basso a sinistra di Sorrentino. Giocare quattro gare a distanza di tre giorni l’una dall’altra ed ottenere risultati così entusiasmanti (nonostante un vistoso e giustificatissimo calo atletico nel secondo tempo), lascia spazio ai più fantastici sogni dei tifosi azzurri. L’anno scorso si assisteva alle partite del Napoli con la consapevolezza che prima o poi la difesa azzurra subiva un gol; quest’anno, viceversa, si aspetta fiduciosi che i partenopei gonfiano la rete avversaria. Anche senza Koulibaly, la difesa ha mostrato sicurezza e sincornia nei movimenti, Albiol ha garantito sicurezza sia su Gilardino che sul talentuoso Vazquez, ma lucido ed attento nelle chisure s’è dimostrato anche Chiriches. Bravo Hisaj senza strafare, l’unico che continua a non convincermi del tutto è Ghoulam che mostra sempre qualche svagatezza in copertura ed è troppo impreciso nei cross. A centrocampo Hamsik è ormai meno uomo-gol, ma dona assist invitanti e cambi di gioco vertiginosi, anche in verticale; Jorginho è il regista con idee lucide e presente a tutto campo; David Lopez non è Allan ma è un gran lottatore e non si tira mai indietro. In attacco ormai c’è poco da aggiungere, tutto funziona a meraviglia. A voler essere pignoli, Sarri contro i siciliani poteva far riposare Callejon (magari utilizzando El Kaddouri), sempre più uomo prezioso per la doppia fase (difesa ed attacco) che garantisce in ogni partita, tanto è vero che è apparso poco lucido in alcune preziose azioni in area avversaria. Tutto è bene quel che finisce bene? Si. Ma se si vuole veramente sognare alla grande non si può far finta di niente quando si assiste ad Insigne che si lamenta quando Sarri lo sostituisce con Mertens, sedendosi polemicamente sul prato e non recandosi a salutare (come prassi ed educazione vuole) i compagni seduti in panchina. E neppure si può nicchiare se Mertens segna e non esulta immediatamente, per poi farlo in maniera rabbiosa e polemica in secondo momento. L’agognato scudetto lo vince la squadra che si dimostra migliore per gioco, schema, strategia, agonismo, fortuna, carisma, carattere, mancanza infortuni. Ma, soprattutto, lo vince la squadra che riesce a mantenere nervi saldi e spogliatoio unito. Si gioca in 11, se i campioni diventano 13 o 14 giocoforza due o tre devono adeguarsi al ruolo di rincalzo. A Sarri il compito di far capire a qualche immaturo ribelle che essere un rincalzo nel Napoli vale molto più che essere titolare nella maggior parte delle squadre di serie A!!!
IL TABELLINO DI NAPOLI-PALERMO 2 – 0
Napoli: Reina, Hysaj, Albiol, Chiriches, Ghoulam, David Lopez (63′ Allan), Jorginho, Hamsik, Callejon (76′ El Kaddouri), Insigne (66′ Mertens), Higuain. A disp. Gabriel, Rafael, Henrique, Koulibaly, Maggio, Strinic, Chalobah, Valdifiori, Gabbiadini. All. Sarri
Palermo: Sorrentino, Struna, Gonzalez, Andelkovic, Rispoli, Rigoni (67′ Rigoni), Maresca (53′ Brugman), Hiljemark, Lazaar (78′ Chochev), Vazquez, Gilardino. All. Iachini
Arbitro: Giacomelli di Trieste
Marcatori: 39′ G. Higuain, 80′ D. Mertens
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