La processione della vergogna a Salerno, parte un’inchiesta della Procura
Dopo gli inchini a boss e protettori, la Conferenza Episcopale Italiana aveva deciso di vietare le soste che venivano effettuate durante la processione dei santi in occasione delle feste padronali. Una decisione resa necessaria per arginare quel fenomeno di appropriazione del rito religioso da parte dei gruppi criminali. Un fenomeno che vede la sua ragion d’essere in quell’ottica di controllo del territorio anche attraverso l’omaggio religioso al boss della zona. Una forma medievalistica di ricerca del consenso attraverso l’abuso di prepotenza.
E proprio per osservare le disposizioni della Cei che era stata presa la decisione di non far effettuare gli inchini durante la processione di San Matteo domenica durante la celebrazione per la festa del santo a Salerno. Una decisione che però era stata contestata dai portatori delle statue, fino ad arrivare a una vera è propria rivolta contro le autorità ecclesiastiche. Infatti gli stessi portatori hanno ritardato l’inizio del corteo, hanno stravolto il percorso fissato dalla curia, ritornando a quello precedente ed hanno effettuato numerose soste.
Durante la processione tanta gente ha insultato e fischiato il vescovo, che visto l’andazzo come un moderno don Abbondio ha pensato bene di fare il percorso stabilito facendo buon viso a cattivo gioco e si è limitato a benedire i “fedeli”. Ora, sulla processione di San Matteo per questi fatti, arriva anche un’inchiesta della Procura di Salerno che ipotizza i reati di turbamento di funzione religiosa e offese a un ministro di culto.
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