Iovine: ”C’erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto”
”C’erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto”, soldi anche per sindaci dei Comuni che avevano l’interesse a favorire alcuni imprenditori in rapporto con i clan per avere dei vantaggi durante le campagne elettorali in termini di voti e finanziamenti . Lo ha detto il boss dei Casalesi Antonio Iovine in un interrogatorio reso nei giorni scorsi. “Non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco – ha continuato- perché il sistema era ed è operante allo stesso modo”.
L’ex boss dei casalesi che negli ultimi mesi sta collaborando con i magistrati apre uno squarcio sulle connivenze tra sodalizi criminali e mondo della politica, ricostruendo nelle sue dichiarazioni quell’intreccio di interessi senza il quale i clan non avrebbero sviluppato quella enorme influenza economica affaristica nei territori in cui agivano. Esiste una “mentalità casalese inculcata fin da giovani”, spiega Iovine. E’ quella che si può definire “la regola del 5 per cento, della raccomandazione, dei favoritismi, la cultura delle mazzette e delle bustarelle che, prima ancora che i camorristi, ha diffuso nel nostro territorio proprio lo Stato che invece è stato proprio assente nell’offrire delle possibilità alternative e legali alla propria popolazione”.
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