Il Fucarazzo dalla tradizione ai tempi d’oggi
17 gennaio e il fucarazzo di Sant’Antonio Abate: il pericolo delle baby gang e il loro affiancarsi alla tradizione folkloristica. Vietare o meno i cippi?.
Le baby gang a Napoli, possono far paura anche durante una festa che abbia uno sfondo folkloristico. A denunciarlo sono i conduttori del programma radiofonico “La radiazza”, Borrelli e Simioli: “Le baby gang di Napoli e provincia devono fare il fuoco per la festa di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio e per appiccarlo serve molto legname . Per questo stanno rubando, vandalizzando e distruggendo centinaia di alberi su tutto il territorio. Noi proponiamo che per quella data vengano vietati tutti i fuochi in ogni luogo del napoletano”. “Il «cippo di Sant’Antuono» va vietato e le famiglie dei tanti piccoli delinquenti oramai note alle forze dell’ordine messe sotto osservazione” – proseguono i conduttori. Ma si può chiedere di vietare una festa che ha origini antiche? Il santo del classico “fucarazzo”, o come dicono gli anziani, “Sant’Antuon, pigl o ‘vviecchj e damm o ‘nuov”: la tradizione e la sacra rappresentazione affiancano a questo santo napoletano l’esser, sì, protettore del bestiame (basta guardare, infatti, la sua rappresentazione figurina col porcellino), ma affianca anche il dono del fuoco all’umanità.
Non sono solo i napoletani a ricordare il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”, ma anche grandi maestri della letteratura italiana, come Italo Calvino, così ci descrive la tradizione del santo degli animali: “Una volta al mondo non c’era il fuoco e gli uomini, infreddoliti ed affamati, andarono da Sant’Antuon, che stava nel deserto a pregare, di aiutarli e chiesero di aiutarli ad aver qualcosa per combattere il freddo. Sant’Antuon ne ebbe compassione e scese all’inferno per andare a prenderselo il fuoco. Siccome lui, prima di fare il santo era stato porcaro, e un porcellino della sua mandria non lo aveva mai voluto abbandonare, se lo portò con sé. Arrivato alle porte dell’inferno, Sant’Antuon bussò e disse: – Apritemi che ho freddo e mi voglio riscaldare. I diavoli, vedendo che lui non era un peccatore, volevano far entrare solo il suo porcellino, ma non lui. Il porcellino dispettoso, entrato all’inferno, nel suo scorazzare, cominciò a mettere disordine ovunque, tanto che i diavoli furono costretti a far entrare anche Sant’Antuon. Ma …… la sua presenza non era gradita all’inferno, e specie quel bastone che il santo portava con sé come guida. Sant’Antuon faceva di tutto per prendere il fuoco sul suo bastone ma, tutte le volte che ci provava, i diavoli gli si mettevano intorno. Il porcellino aiutava il suo santo, mettendo disordine e discordia fra i diavoli … … finché Sant’Antuon riuscì a catturare una piccola fiammella di fuoco all’interno del midollo spugnoso del suo bastone e a scappar via, lui e il suo porcellino, prendendosi gioco di Lucifero. Appena fuori al mondo, Sant’Antuon alzò il bastone e, benedicendo gridava: “O ‘ffuoc! O ‘ffuoc!” La contentezza della popolazione fu tanta … … e Sant’Antuon se ne tornò a meditare nel deserto col suo porcellino”. La denuncia fatta ha un suo concreto valore: il pericolo delle baby gang a Napoli è un fenomeno dilagante in ogni dove e in ogni occasione, anche quelle di festa. Ma per un attimo, lasciamo da parte notizie triste, e godiamoci la festa di Sant’Antuon come vorrebbe la tradizione.
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