Teatro Sannazzaro Via Chiaia 157 Napoli 2 – 3 Novembre 2021 ore 21:00
PICCOLA CITTÀ TEATRO
in coproduzione con Il Demiurgo e Galassia Estreya
presenta
ALDIQUALDILÀ
tre maschere dell’aldiqua nell’aldilà dantesco
un’originale commistione
tra la Commedia dell’Arte e la Divina Commedia di Dante Alighieri
nel settecentenario della morte del Sommo Poeta
per il ciclo “Prime di settimana”
da un’idea di Dario Menee, Ettore Nigro e Giuseppe Pestillo
testo di Giovanni Del Prete e Ettore Nigro
con Anna Bocchino, Gaetano Franzese, Ettore Nigro e Antonio Vitale
scene e dipinti Ciro Palumbo
realizzazione scene Filippo Stasi – Francesco Bellella
costumi Anna Zuccarini maschere Renzo Sindoca
musiche originali Tommy Grieco videomapping Alessandro Papa
segreteria organizzativa Viola Forestiero
supervisione Commedia dell’Arte Arduino Speranza
regia Giovanni Del Prete
«La morte può anche non essere tragica,
ma ogni sopravvivenza è involontariamente comica.»
Giambattista Tiepolo
nel suo dialogo immaginario con Pulcinella
Martedì 2 e mercoledì 3 novembre 2021, alle ore 21, sul palcoscenico del Teatro Sannazaro (via
Chiaia 157, Napoli), a inaugurare il ciclo “Prime di settimana”, va in scena lo spettacolo Aldiqualdilà –
Tre maschere dell’adiqua nell’aldilà dantesco – da un’idea di Dario Menee, Giuseppe Pestillo ed
Ettore Nigro che firma il testo con Giovanni Del Prete a cui è affidata anche la regia –, un’originale
commistione tra la Commedia dell’Arte e la Divina Commedia di Dante Alighieri, nel settecentenario
della morte del Sommo Poeta.
Arlecchino, Capitano e Pulcinella (interpretate da Antonio Vitale, Ettore Nigro e Gaetano
Franzese) intraprendono un viaggio nell’aldilà, nella vana ricerca di un santo in paradiso a cui votarsi
per trovare un posto (o una forma di sopravvivenza) nell’aldiqua. Seguendo le orme di Dante Alighieri
attraversano l’Inferno e il Purgatorio, per giungere infine in un Paradiso vuoto dove, al cospetto della
luce di Dio, si spoglieranno di qualsiasi maschera. Ad accompgnare i tre buffi eroi nel lungo viaggio,
una figura femminile misterica e simbolica (interpretata da Anna Bocchino).
Lo spettacolo si avvale di due artisti visivi che, insieme, fondono tradizione e modernità: il pittore
metafisico e surrealista di fama internazionale Ciro Palumbo, le cui opere sono presenti nelle maggiori
gallerie d’arte d’Europa; e il videomapper Alessandro Papa, anche docente all’Accademia di Belle
Arti di Napoli. La tecnica del videomapping, poi, consente non solo un allestimento agile e adattabile
a qualsiasi spazio, ma di mantenere la tradizionale e tipica struttura “a scenari” della Commedia e il
travestimento dei commedianti.
«I tipi fissi della Commedia dell’Arte vengono riportati all’inizio dello spettacolo in maniera
purista, rispettandone la specificità storica e popolare – dichiara Arduino Speranza, attore e
insegnante di teatro in numerose accademie –. Partendo da questo si arriva a una fisicità quasi
beckettiana, attraverso la destrutturazione e trasformazione delle maschere stesse, rispettandone il
percorso storico come avviene per Pulcinella-Sciosciammocca. Le maschere vivono in scena una
vita fatta di sospensioni, che rimanda a un’altra epoca, ritrovando la loro parte romantica e poetica,
senza mai dimenticare da dove vengono e quanto sia importante la comicità e il sorriso di chi le
guarda».
I costumi sono a firma di Anna Zuccarini, le scene di Filippo Stasi e Francesco Bellella, le
maschere di Renzo Sindoca e le musiche originali di Tommy Grieco.
Note di regia
«Lo spettacolo accosta il linguaggio della Commedia dell’Arte, convenzionale e teatrale, a quello
della Divina Commedia, lingua-musica esoterica e di trasformazione. Le maschere di Pulcinella,
Arlecchino e Capitano, sono intese qui come persone possedute, e non attori consapevoli; traducono
tutto in qualcosa di concreto e tangibile, secondo la loro psiché. La loro ricerca di un posto equivale
senza dubbio ad una collocazione lavorativa, ma anche personale e misterica; i nostri buffi eroi
risultano anacronistici, decontestualizzati, fuori posto, e immaginano che solo un “santo in paradiso”
potrà, con un miracolo/raccomandazione, collocarli nuovamente.
I tre si muovono nelle stesse atmosfere del viaggio dantesco, archetipo facilmente riconoscibile, e
immediatamente teatralizzabile. L’inferno, il purgatorio e il paradiso che visitano sono dei mondi
mentali in cui si perdono e si ritrovano ogni volta girando su se stessi. Il viaggio terminerà in una
catarsi finale sospesa: cercano un posto e trovano qualcosa di più profondo. Il discorso sull’uomo si
compie, come si compie anche il discorso sul piano attoriale, guidati dalla donna, l’Attrice, l’unica che
vive in modo sano l’identità attoriale. L’Attrice diventa il principio germinativo di vita e di morte,
riesce con serenità ad entrare e a uscire senza aver paura di rinascere/morire o perdere il ruolo e il
posto. La donna, in questo modo, diventa l’Arte stessa, l’unica che riconosce e indica la vera strada,
quella senza veli e senza maschere»
Giovanni Del Prete
Il progetto
Il progetto Aldiqualdilà nasce dall’intuizione genuina di affrontare l’opera dantesca utilizzando le
maschere di Arlecchino, Pulcinella e Capitano, e celebrare il Sommo Poeta, nel settecentenario della
sua morte, attingendo al codice giocoso, brillante e divertente della Commedia dell’Arte (con tutto il
corollario di scenari, lazzi, improvvisazione, codificazione delle maschere).
Due stili antitetici che hanno in comune la commedia, bisogna infatti ricordare che l’aggettivo divina –
attribuito all’opera di Dante per il contenuto religioso e il livello della poesia – fu utilizzato solo in un
secondo momento (fu Boccaccio a usarlo per primo nel commento ai primi diciasette canti dell’Inferno).
Se l’opera di Dante è dottrinale e didattica, la Commedia dell’Arte è invece profana e le maschere
non credono in Dio, tra l’altro le maschere, immortali e zoomorfiche (arlecchino-gatto, pulcinellagallina/
pulcino, capitano-gallo), fungono proprio da tramite tra l’aldiqua e l’aldilà. Il
tentativo, quindi, è quello di sconfinare e far sì che un regno incontri l’altro regno, utilizzando la
Divina Commedia ,che è il viaggio nell’aldilà, e la Commedia dell’Arte, che si muove certamente
nell’aldiqua.
L’idea del progetto è degli attori Dario Menee, Ettore Nigro e Giuseppe Pestillo, attori
professionisti e compagni di accademia, diplomatisi nel 2006 all’Accademia d’Arte Drammatica
Silvio d’Amico di Roma, che condividono la capacità e la propensione al linguaggio espressivo tipico
della maschera. Il cast è composto dagli attori professionisti Anna Bocchino, Antonio Vitale e
Gaetano Franzese, con la supervisione per la Commedia dell’Arte di Arduino Speranza.
Giovanni Del Prete, con la sua pluriennale esperienza nei teatri n azionali di Napoli e Torino, ne
cura la regia e, insieme ad Ettore Nigro, firma il testo.
Data
2 e 3 novembre 2021, ore 21
Luogo
Teatro Sannazaro – Napoli
Info e prenotazioni
347783421 – 3471012861
Botteghino teatro Sannazaro
081411723 – 081418824
Acquisto on line
Cenni biografici
Piccola Città Teatro | www.piccolacittateatro.it
La sua attività ha come principale obiettivo quello di creare lavoro nell’ambito teatrale attraverso la
produzione di spettacoli che coinvolgono in massima parte giovani artisti. Si distingue per la ricerca
continua di contaminazione artistica come propulsore di circoli virtuosi di lavoro e creatività. I cittadini
fondatori di questa Piccola Città Teatro sono le attrici Anna Bocchino e Viola Forestiero; gli attori e
registi Ettore Nigro e Mario Autore. L’impresa teatrale under 35 Teen Theatre nasce nel gennaio 2007 e
affina nel tempo la sua linea artistica. Nel 2019, dopo un cammino fatto di ricerca, studio, progetti e
produzioni muta, si evolve e dà vita a Piccola Città Teatro (una sigla di Teen Theatre). È già dal 2012
che Ettore Nigro concretizza la collaborazione tra l’associazione e gli artisti Anna Bocchino, Mario
Autore, Anna Marchitelli e Viola Forestiero, amici di vita e compagni di lavoro. L’associazione è così
costituita nel mese di settembre 2017 quando decide di sviluppare, insieme con altri collaboratori,
un’impresa teatrale under 35. Nel giugno 2018 l’associazione ottiene il riconoscimento dal Ministero
dei Beni Culturali.
Galassia Estreya | galassiaestreya@gmail.com
L’associazione Galassia Estreya viene fondata nel 2020 da due professionisti che, pur lavorando in
ambiti completamente diversi, l’una in campo sanitario, l’altro dell’insegnamento, hanno sentito forte
l’esigenza di supportare attività artistiche e culturali di respiro nazionale, con particolare attenzione al
teatro, in un periodo di grande difficoltà. Galassia Estreya intende, quindi, sostenere produzioni
originali e indipendenti che prediligano l’utilizzo di differenti linguaggi e la mescolanza di stili, al fine
di rileggere il passato e la tradizione attraverso uno sguardo moderno e contemporaneo. I due fondatori
si propongono come mecenati dell’arte, nella convizione che la ricerca di ogni forma di bellezza sia un
dono concreto alla società.
Il Demiurgo | www.ildemiurgo.it
Nasce come esperienza artistica poliedrica e variegata e trova l’habitat naturale non solo a teatro, ma
anche nei luoghi non teatrali: borghi, castelli, grotte, boschi, cunicoli sotterranei, scavi archeologici,
regge. Con gli anni si è affermata, in quest’ambito, come una delle più realtà più attive e originali
attualmente in circolazione: ha lavorato alle Grotte di Pertosa, Reggia di Caserta, castelli di Lauro,
Valva, Grottaminarda e Teggiano, Museo del sottosuolo e Galleria Borbonica di Napoli, borghi laziali
di Orte e Civita di Bagnoregio, Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, parco archeologico
di Cuma, Città della Scienza, Villa Lysis, a Capri, e in tantissimi altri luoghi di interesse storico,
artistico, naturalistico, culturale. È nata, inoltre, la Demiurgo Shakespeare Company, la prima
compagnia shakespeariana italiana specializzata in messe in scena in luoghi non teatrali. Fin dalla sua
fondazione Il Demiurgo sperimenta continuamente format, linguaggi, strumenti di comunicazione
differenti allo scopo di proporre nuove sfide e nuovi stimoli al proprio pubblico di riferimento. Negli
ultimi anni hanno dedicato molto tempo alla sperimentazione del linguaggio, traducendo classici in
lingua napoletana e lavorando su sperimentazioni sonore e visive.
Ufficio stampa Piccola Città Teatro
Anna Marchitelli
marchitelli.comunicazione@gmail.com
3331198973
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