Polemiche su «Il boss delle cerimonie»: autore e critici si confrontano su Rai 3
Non si stemperano le polemiche nate sui social network intorno al programma di Real Time, «Il boss delle cerimonie», il docu-reality a episodi che il venerdì sera alle 23.05 racconta i matrimoni organizzati da Antonio Polese, proprietario de La Sorrisa, struttura ricettiva di Sant’Antonio Abate. Anzi, l’acceso dibattito tra favorevoli e contrari si è spostato dal web alla tv.
Del caso se ne è occupata «TV Talk», la trasmissione di critica televisiva in onda il sabato pomeriggio su Rai 3. A parlarne insieme al conduttore, Massimo Bernardini, sono stati invitati il regista e produttore de «Il boss delle cerimonie», Raffaele Brunetti, e Federico Arienzo, consigliere alla seconda municipalità di Napoli e fondatore di un gruppo su Facebook che promuove il boicottaggio della serie. Inoltre, erano presenti in studio Marisa Laurito, l’attrice di teatro Maddalena Crippa e il giornalista Riccardo Bocca. Di fronte a loro un parterre di analisti ed esperti di comunicazioni di massa.
Dopo aver mandato in onda una breve clip con alcune sequenze del programma, la discussione partiva con Arienzo che spiegava le ragioni del suo impegno per boicottare e chiedere a Real Time la chiusure della serie. «Quelle immagini non raccontano la vera tradizione e il tipico matrimonio napoletano – la sintesi del suo pensiero -. Quello è soltanto uno spaccato di Napoli, che noi non vogliamo giudicare, ma non può rappresentare tutta la popolazione». «E invece bisogna farlo – interrompeva la Laurito -. La tv dovrebbe quantomeno non essere diseducativa. Questo programma mostra una Napoli limitata. Napoli, come tutte le città, ha cose straordinariamente belle e cose che noi non accettiamo, di fronte alle quali il pubblico si è abbrutito».
A quel punto la parola passava a Brunetti, che provava a difendere la sua creatura: «È ovvio che non volevamo rappresentare tutta Napoli e la napoletanità. Non è possibile farlo con nessuna città, meno che mai con Napoli che è una realtà molto più complessa». Anche lui veniva interrotto dalla Laurito: «E allora perché non mostrate i matrimoni a Santa Chiara?». A risponderle era Maddalena Crippa: «Perché non è trash! Io sono sconvolta dalla poca qualità di tutto questo. Potrebbe essere girato da chiunque». A fatica il regista continuava la sua difesa: «Noi volevamo solo raccontare una delle realtà che esiste a Napoli e che ha il diritto di essere raccontata. E non vedo perché non dovevamo farlo, visto i napoletani la guardano con autoironia e si divertono».
E, in effetti, i numeri snocciolati da Silvia Motta, esperta di Auditel di «Tv Talk», gli davano ragione: «In media i 3 episodi sono stati visti da 550mila persone, con uno share del 3,2 per cento. Mentre la seconda puntata ha fatto il 4 per cento. Un record per Real Time». Mezzo milione di telespettatori che, se paragonato ai 6mila e 500 utenti che hanno aderito al gruppo Facebook che ne chiede la chiusura, dà l’esatta dimensione di un successo di pubblico che fa dormire sonni tranquilli a Brunetti e ai dirigenti di Real Time.
La discussione poi andava avanti e i partecipanti dibattevano del carattere più o meno ironico del programma, che enfatizza molto i gusti un po’ kitsch dei protagonisti dei matrimoni che racconta. Finchè il conduttore non chiamava in causa di nuovo Arienzo, che spostava l’accento su un altro aspetto della questione: «Io questo posto non lo conoscevo – confessava, riferendosi alla Sorrisa -. Ma basta cercare su internet per scoprire che nel 2011 è stato tutto sequestrato perché era abusivo. Poi ho cercato il nome del proprietario e ci sono notizie che lo vogliono condannato a 2 anni e mezzo per favoreggiamento. In questo contesto, non ci si può non indignare se si sceglie di chiamare la trasmissione “Il boss delle cerimonie“. Perché quel termine assume tutto un altro significato rispetto a programmi come “Il boss delle torte” fatto in America, dove con “boss” s’intende il leader, il capo».
Un’insinuazione che Raffaele Brunetti non raccoglie, ma chiude il dibattito sostenendo che «se questi matrimoni fanno così paura, allora è stato un bene che se ne parlasse». E più se ne parla, più il pubblico sarà curioso di verificare cos’hanno di tanto stravagante queste cerimonie. C’è da scommetterci che venerdì prossimo saranno in tanti a sintonizzarsi sul canale 31 del digitale terrestre. Real Time si prepara a battere un nuovo record di ascolti.
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