“Gli stanno sparando addosso”- Pubblicato il video del ferimento di Ciro Esposito
“Gli stanno sparando addosso” urla una donna dal forte accento settentrionale. “Chi c’è a terra lì?” dice un altro tifoso. “Hanno ‘vattuto'(picchiato, ndr) i napoletani – prosegue un altro supporter – Ecco dove erano nascosti” sono le urla e le parole che arrivano dal video pubblicate in esclusiva dal sito on line del Mattino . Un video della durata di appena 2 minuti girato da un supporter partenopeo che si trovava a bordo di uno dei bus bloccati davanti al Ciak Village, a Tor di Quinto, la sera del 3 maggio scorso prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. E un finestra visiva su quel che accade quel maledetto pomeriggio in cui fu ferito Ciro Esposito. Si intravede il ragazzo napoletano che viene adagiato a terra a pochi metri di distanza dal pullman. Porta le mani al volto per il dolore e alcuni tifosi tentano di metterlo in piedi per togliergli lo zainetto.
Nella concitazione del momento si sentono ancora le voci dei tifosi che chiedono dove fosse la polizia e che qualcuno chiamasse l’ambulanza. “Lo hanno accoltellato? non si vede niente”. “Ma non ho capito stavano ‘vattendo (picchiando, ndr) il ‘chiattone’ (uomo corpulento, ndr)? Il chiattone ha alzato la testa” dice un altro tifoso, probabilmente riferendosi a Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di aver sparato quel pomeriggio. “‘Sti bastardi di poliziotti che non arrivano” si dispera una donna: “Chiamate un’ambulanza”. Nel frattempo arriva un’auto della polizia che si ferma. Un poliziotto in borghese scende ma non sofferma la sua attenzione su Ciro in quel momento attorniato da altri tifosi che cercano in qualche modo di soccorrerlo. Il filmato si chiude con l’immagine del giovane tifoso a terra e di una decina di tifosi del napoli attorno a lui, un’immagine che già definisce bene la gravità della situazione in quel pomeriggio di follia prima di un evento che doveva essere una festa per il calcio e per due città, e che invece si trasformò (con il seguito all’interno dell’olimpico messo in scena da Genny “a Carogna”) in una delle pagine più nere dello sport italiano.
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