Carcere di Pozzuoli: detenute scrivono e cantano le loro storie
Una raccolta di racconti e una canzone le tracce assegnate. Poi penna e fogli bianchi per riscrivere quelle storie, adattandole al proprio vissuto, e dare la possibilità alle detenute di tirare fuori le loro emozioni: delusioni e speranze di chi è costretto dietro le sbarre e sogna una vita diversa quando avrà scontato la pena.
Era questo lo scopo del laboratorio di lettura e scrittura avviato un anno fa dalle volontarie dell’associazione Febe onlus all’interno del carcere femminile di Pozzuoli. Tre donne che da undici anni si preoccupano di agevolare l’integrazione delle detenute attraverso progetti in grado di realizzare un canale di comunicazione tra il carcere e il mondo esterno. Questa volta Lina Stanco, Maria Gaita e Francesca di Bonito hanno voluto che il lavoro delle 30 donne assegnate al laboratorio fosse seguito da una scrittrice e un cantautore.
Matilde Iaccarino è l’autrice di «Quattordici», una raccolta di 14 racconti e 72 foto, realizzate in collaborazione con l’associazione Snap, edito dalla Valtrend editore nel 2013. Tutte storie al femminile ambientate nei Campi Flegrei.
«Insieme alle animatrici del laboratorio si è deciso di proporre il mio libro alle detenute – racconta la scrittrice -. Le mie storie attingono molto dalla realtà e in ogni vicenda la protagonista è alle prese con un dramma personale, familiare o sociale. Un abisso dal quale poi riemerge. Per cui è stato facile per le allieve del corso identificarsi con qualcuna di loro».
Dopo la lettura e l’analisi dei racconti, alle detenute è stato chiesto di sceglierne uno e riscriverlo mettendoci dentro la propria esperienza.
«Lavori in cui sono emersi i drammi che le hanno portate dentro: la droga o un amore sbagliato. Ma soprattutto la voglia di uscire e cambiar vita». Non tutte, però, hanno questo comune desiderio: «Mi ha molto colpito il racconto scritto da una detenuta tratto dal mio “La stanza degli specchi”. Nella sua versione la protagonista non riesce più a specchiarsi, non si riconosce. Lei vuole restare in carcere».
Al lavoro di personale introspezione svolto con la Iaccarino si è affiancato quello di gruppo guidato dal cantautore Lino Blandizzi. Con lui le donne ospiti del penitenziario hanno riscritto parte del testo di un suo brano.
«Insieme agli alunni del laboratorio di musica dell’Istituto Superiore Pitagora di Pozzuoli avevo composto una canzone sulla diversità dal titolo “Nessuno è più diverso”. – racconta il musicista – Ho chiesto alle Donne che frequentano il corso di modificare una parte di quel testo e di adattarlo alla loro esperienza».
Ed ecco come iniziano i versi riscritti dalle detenute: «Qui nessuno ci conosce / qui nessuno ci capisce / le stesse illusioni / le stesse emozioni / le stesse occasioni / nessuno è più diverso / qui siamo tutti uguali / incontriamoci sotto l’immenso cielo / nemmeno l’Africa/ sembra così lontana / tra queste mura più niente fa paura». Versi che raccontano di come la detenzione azzeri le differenze tra chi condivide una vita da reclusi, ma questo scoprirsi uguali infonde anche il coraggio per affrontare il carcere senza paure.
Nella giornata di oggi, 24 gennaio, alle 15.30 all’interno della casa penitenziaria, le detenute avranno l’occasione di leggere i loro racconti in un evento in cui sarà presentato anche il libro della Iaccarino. L’incontro si aprirà e si concluderà con Blandizzi che insieme alle sue allieve canterà la nuova versione di «Nessuno è più diverso». Il brano sarà inserito nel prossimo cd del cantautore.