Riflessioni sulla tragica guerra in Ucraina
I versi dell’ultimo componimento di zio Gabriele, che si interroga sul martirio ucraino, che assistiamo alla tivù. E’ una riflessione ad alta voce, un grido di speranza. Mi sono venute le parole che seguono per non lasciare la poesia orfana.
L’ansia, la paura, la sofferenza, la partecipazione, la solidarietà, la carità riempiono questi giorni di quaresima, in attesa delle Palme della pace e della Resurrezione dell’Uomo, di tutti gli uomini. Testimoni di tempi difficili, registriamo, nostro malgrado, la caducità dell’esistenza, con un senso d’impotenza, spesso quasi, di rassegnazione.Il pane sulla mensa, sia, diviso tra fratelli, senza grandi pretese, sincero, segno di comunione di genti, di popoli, tutti abitanti uno spazio comune di una piccola sfera, nel firmamento. Un puntino di luce e di speranza.“
Antonello De Masi
Terra di pane
Viaggia il mondo, ruota, procede
costante con le altre luci di stelle,
non conosce le miserie nelle strade
dell’uomo che lancia di fionda
il sasso alla finestra del vicino,
impreca, maledice, ringhia,
sveglia la notte il rombo, percuote
il tonfo, bagliori di fiamme lontane,
stavolta non ci ha toccato il graffio
di belva che taglia, traccia solchi
di sangue, infetta la vendetta,
patisce, cresce e più forte diventa
il filo di lama d’affondare al nemico.
Così, gira il mondo con gli inquilini,
padroni, ognuno, d’un metro in più
di terra, l’acqua, il fuoco, il vento.
E, sempre, ritorna l’onda di spighe
al soffio d’estate, oro antico, pace,
all’acerbo inverno di fiele, la neve,
e tutto lieve ricresce e non v’è arma
che mai più ferisca la speranza
ma, l’aratro, la semenza, il mulino.
Fuoco, al vicino, nel candore di farina,
riacceso forno di pane; e tutti invitare.
Spezzare, insieme, il dono.
Gabriele De Masi
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